ROMA – Il Porto festeggia all’Olimpico la qualificazione alla fase a gironi della Champions League, in lacrime la Roma.
Belli, bellissimi solamente gli applausi finali con i quali, i sostenitori giallorossi, hanno chiesto ai loro beniamini di ripartire, tornare a vincere immediatamente, riscattarsi, nonostante tutto.
Otto mesi di attesa, quelli citati da Spalletti in settimana, pesano come macigni su una Roma irriconoscibile. Timorosa nel ritorno dei preliminari di Champions.
Così, la squadra di Spalletti riesce a fare peggio dell’andata, quando aveva già regalato un uomo ai propri avversari. Questa volta sono in due gli espulsi. Prima De Rossi al 39′, poi anche Emerson Palmieri si vede sventolare in faccia al 50′ il cartellino rosso, così la strada verso la qualificazione, con il punteggio ancora fermo sullo 0-1 (gol di Felipe per il Porto al 7′) diventa una montagna ripidissima da scalare.
Eppure, la Roma con la rabbia di Nainggolan e la velocità di Salah aveva provato a pareggiare i conti, senza fortuna. Nella ripresa, dopo la seconda sanzione la Roma resta in 9 contro 11, ma è l’incredibile spinta dell’Olimpico a far credere ancora nella miracolosa rimonta. Spalletti lancia nella mischia anche Iturbe, ma è sempre Nainggolan (ampiamente il migliore in campo per voglia, qualità, dedizione e impegno) a creare altri due potenziali grattacapi per Casillas. Al 73′ la gara si spegne sul gol in contropiede di Layun. Il terzo sigillo di Corona, un paio di minuti più tardi, è utile solamente per le statistiche. Tanti gli applausi di incoraggiamento, mentre la Roma esce a testa bassa da un preliminare che aveva il sapore di storia, un’incombenza che questo gruppo non ha saputo reggere.
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